Alessia Cigliano (pseudonimo AleCigliano) è nata a Francavilla al Mare (CH) il 23 giugno 1972 ma, ormai dal 1992, vive e lavora stabilmente a Perugia. Sposata con Marco, dal matrimonio sono nati due figli: Francesco e Maria Paola.
Laureata con lode in Scienze Naturali, presso l’Università degli Studi di Perugia, esercita la professione di grafologo forense.
La sua passione per la pittura, tuttavia, ha da sempre caratterizzato la sua vita. Da adolescente scoprì una vera e propria passione per l’architettura e la progettazione, sviluppata negli anni seguenti mediante l’utilizzo di diverse tecniche pittoriche, fino a trovare un significativo punto di approdo, circa quindici anni or sono, nell’utilizzo della tecnica a spatola; le sue opere, infatti, sono ormai realizzate esclusivamente in olio su tela ed eseguite con detta tecnica , senza l’uso neppure parziale del pennello.
Allieva del brasiliano Marco Costerus (un vero genio nell’arte della spatola), Alessia Cigliano è particolarmente apprezzata per l’estrema varietà dei soggetti rappresentati (dai paesaggi marini, a quelli montani, dalle grandi metropoli ai vicoli dei piccoli borghi , dai monumenti alle bellezze delle natura) per i diversi stili utilizzati (se l’impressionismo resta la scuola a cui maggiormente si ispira, non mancano altri riferimenti, fino all’astrattismo) e per la particolare attenzione all’utilizzo della luce ed al monocromatico. Della sua opera, fra l’altro, si è interessato anche il noto critico e storico dell’arte Rosario Pinto.
AleCigliano predilige questa tecnica pittorica in quanto le permette di ottenere effetti altamente suggestivi, atteso che i soggetti e gli elementi rappresentati acquisiscono la fisicità e la tridimensionalità volute dall’ artista.
La spatola, infatti, meglio del pennello asseconda la sua istintività, la sua passionalità e la sua impetuosità.
Le masse di colore sulla tela vengono accostate le une alle altre, a tratti mescolate fra loro, per rappresentare un ideale e personale visione della realtà, creando esplosione di luce e contrasti tonali che ne caratterizzano le opere.
Ma in fondo cos’è l’arte? Se si consulta l’enciclopedia Treccani l’arte viene rappresentata, in senso lato, come ogni capacità di agire o di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, quindi anche l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati.
Il concetto di arte come tèchne, complesso di regole ed esperienze elaborate dall’uomo per produrre oggetti o rappresentare immagini tratte dalla realtà o dalla fantasia, si evolve solo attraverso un passaggio critico nel concetto di arte come espressione originale di un artista, per giungere alla definizione di un oggetto come opera d’arte. Nell’ambito delle cosiddette teorie del ‘bello’, o dell’estetica, si tende infatti a dare al termine arte un significato privilegiato, per indicare un particolare prodotto culturale che comunemente si classifica sotto il nome delle singole discipline di produzione, pittura, scultura, architettura, così come musica o poesia.
Ma, più semplicemente, come ama ripetere sempre AleCigliano, l’arte altro non è che la rappresentazione del proprio stato d’animo, della propria sensibilità, del proprio gusto e delle proprie passioni secondo le capacità possedute.
L’utilizzo esclusivo della spatola , l’estrema varietà di stili e soggetti realizzati e la particolare propensione per il monocromatico costituiscono, pertanto, la vera caratteristica di AleCigliano.